Il riposo e l’immobilità sono veramente le armi migliori contro il dolore?
Andrew Taylor Still padre padre dell’Osteopatia disse :
“La vita è movimento e il movimento è vita”
Nella medicina convenzionale riposo e inattività vengono spesso indicati come trattamento più efficace per combattere il dolore, soprattutto cronico, come può essere un mal di schiena ma, negli ultimi anni la letteratura ha dimostrato esattamente l’opposto.
L’assenza di attività come strumento per gestire il dolore può innescare dei meccanismi che possono portare a paura e timore, che hanno come conseguenza l’incapacità di gestire il sintomo ed anzi la preoccupazione che esso possa ripresentarsi o addirittura peggiorare.
L’esercizio costante e specifico aiuta lo sviluppo dei muscoli, in particolare quelli del core; quest’ultimi risultano fondamentali come supporto per ossa e cartilagini oltre che contribuire a mantenere la flessibilità delle articolazioni riducendone la rigidità.
In un’ottica di prevenzione e gestione del dolore, l’esercizio fisico può, associato a una dieta equilibrata e ben bilanciata, essere legato a una perdita di peso con conseguente riduzione della pressione sulle articolazioni e minor forza meccanica da gestire.
Le forme e tipologie di esercizio sono molteplici e possono adattarsi alla condizione del soggetto, in generale le più conosciute sono: l’esercizio aerobico come corsa o cammina, l’esercizio anaerobico, di rilassamento, di flessibilità o stretching attivo sia statico che dinamico.
In generale all’attività fisica vengono associati benefici come:
- Riduzione del dolore e sensazione di rilassamento per produzione di endorfine
- Effetti psicosociali come riduzione di ansia e depressione
- Prevenzione da sviluppo di un sintomo cronico
- Aumento della mobilità spinale e migliore funzionalità